Quel gran segreto fu il tormento di nhô Anton per brevi giorni di quell’estate affannosa.
Nhô Anton era un uomo semplice, di poche parole, un gran lavoratore e un buon padre di famiglia. Il suo unico difetto era quello di non riuscire a tenere un segreto per sé.
Proveniva da una famiglia umile e dignitosa. Una famiglia di uomini e di donne onesti.
Nhô Anton camminava con i piedi circonflessi e con le mai dietro alla schiena. Atteggiamento di un uomo distrutto dalle difficoltà della vita e stanco dal proprio essere.
Nato a Alto de São João sull’isola di Sal, ogni mattina andava a lavorare nel suo orto a Terra Boa. Si alzava, faceva due rezas*, lavava la faccia, buttava giù il caffè nero preparato la sera prima, prendeva il suo fagottino con cibo e acqua, e usciva di casa con il piede destro. Sempre con il piede destro si esce di casa. Poi dirigeva verso la stalla e prendeva il suo compagno fedele di lunga vita, l’asino Rabinhe.
Rabinhe si chiamava così, perché quando nacque aveva una coda piccolissima … quasi non si vedeva. La gente prese in giro nho Anton per un po’ di tempo:
“Oh nhô Anton cosa ha fatto alla coda dell’asino? Quella ingorda di sua moglie non le ha dato da mangiare? Ah, nho Anton lei è cattivo, ha mangiato la coda del suo asino”.
Non rispondeva mai alle provocazioni, proseguiva il suo cammino e pregava per quelle povere anime. Poi Rabinhe crebbe e anche la sua coda.
Una mattina però incontrò Dona Maria e si fermò per fare il suo solito saluto: un inchino e un Bom dia.
Nhô Anton: “ Bom dia, Dona Maria. Come sta?”
Dona Maria: “ Bom dia, nhô Anton. La vita procede, sempre i soliti dolori al ginocchio destro. Oggi li sento più forte…credo che pioverà”.
Dona Maria era una donna robusta, di tratti forti e segnati a causa del duro lavoro nelle faccende di casa. Aveva partorito sette figli e subito tre aborti spontanei. Era molto pettegola, sapeva gli affari di tutti e anche quelli dell’inferno. Lei sfiniva le persone con le sue lunghe chiacchiere.
Nhô Anton: “Oxalá* Dona Maria, oxalá. E’ tempo di acqua, Dio è nel cielo e lui sa meglio. Prego tutte le sere, i campi ormai sono asciutti”.
Dona Maria: “Oxalá così sarà”.
Nhô Anton: “Bene Dona Maria, la saluto. La giornata oggi sarà lunga e ventosa”.
Dona Maria: “Oh nhô Anton, il signore ha sentito di nha Josefa e di nho Fermine?”
Nhô Anton: “Lascia stare la vita degli altri. E’ meglio non mettere il cucchiaio negli affari altrui”.
Dona Maria: “Nhô Anton, le racconto un segreto ma la mia bocca non è qui. Non deve dirlo a nessuno”.
Nhô Anton cercò di avviarsi ma Rabinhe era interessato alla conversazione e quindi non si è mosso neanche di due passi.
Nhô Anton: “No, no, no. Non voglio sapere niente, non riesco a tenere un segreto e lei questo lo sa”.
Ah quando il pettegolezzo è più forte del buon senso, le parole escono dalla bocca delle persone come un fiume in piena! E fu così che dona Maria raccontò il gran segreto a nhô Anton.
Povero nhô Anton, cosa aveva appena udito dalla bocca di quella donna? Il gran segreto lo sconvolse.
Travolto dalle parole di quella donna, giurò a lei e ai quattro venti che non avrebbe mai raccontato niente di niente a nessuno, cascasse il mondo. Fece il Jurim, jurim* e se ne andò per la sua strada pensando a come nascondere ai suoi cari ciò che aveva appena sentito e scoperto.
Quando tornò a casa, la moglie accorse subito che qualcosa non andasse. Chiese al marito: “Cosa tormenta la tua anima, Anton? Che peccato hai commesso?”
Lui le rispose che andava tutto bene, era solo un po’ stanco. Giornata di duro lavoro.
Passarono i giorni, le settimane e nhô Anton era sempre angosciato. Sognò per notti il gran segreto.
Una mattina mentre andava a lavorare, vide un muro di una casa abbandonata. Si avvicinò con cautela, guardò verso destra e poi verso sinistra…nessuna anima viva nei paraggi. Non si muoveva neanche la polvere della terra battuta. Allora il povero uomo pensò: “Nel muro di questa casa c’è un buco, posso raccontare il segreto. E’ come se avessi raccontato a qualcuno!”
Si avvicinò al buco e raccontò il gran segreto. Si tolse un peso enorme, tutto fiero prese il suo asinello e se ne andò per la sua strada.
Quello che non sapeva nhô Anton è che dietro a quel muro c’era una persona impegnata a fare i suoi bisogni. Il segreto ormai era nella bocca di un altro.
Tuttavia il segreto smise di essere un segreto quando dona Maria lo raccontò a nhô Anton.
*Rezas: preghiera.
*Oxala: Se Dio vuole.
*Jurim: giuramento, promessa.
Sandra Andrade
(Frammenti di una Capoverdiana)