“Volo nell’aria limpida
sento le nuvole dentro di me.
E cerco una pace che avverto solo adesso
che sono con i pensieri dentro al cielo,
quel cielo sotto il quale mille volte
ho pianto, ho riso, ho sognato.
E mi lascio un po’ cullare
da questo spazio infinito intorno a me.”
Lucia Mascagni
La vita è un dono! La casa è il nido e dove ci sentiamo “protetti” dai fattori esterni; dove sono custoditi i nostri ricordi più cari e profondi. La casa è il luogo dove ci sentiamo più sicuri, aprire la porta a un estraneo non è assolutamente facile. Quando si inizia a fare l’assistenza domiciliare bisogna tenere in considerazione che sei un “ospite” e bisogna entrare con cautela. Dunque le famiglie ti permettono di “entrare” e sei automaticamente catapultato/a in una dimensione tutta nuova da vivere, da scoprire, da condividere e da collaborare.
Il lavoro di assistenza domiciliare non è per niente semplice, ma può aiutarci nella nostra crescita personale e spirituale. Non tutto è rose e fiori, ci si trova spesso in situazioni o momenti difficili da gestire perché l’assistente domiciliare non ha solo a che fare con l’utente ma sì con tutta la famiglia, tutto il contorno intorno.
Può capitare che l’utente invece di progredire, regredisca e questo può provocare sofferenza o sensazione di fallimento all’operatore. Capitano momenti dov’è difficile trovare la giusta distanza emotiva, essere oggettivi richiede uno sforzo enorme perché sei a stretto contatto con loro. L’operatore deve trovare la giusta misura per gestire qualsiasi situazione con delicatezza, fermezza e tenere in mente che è lì per l’utente. Credetemi però di dirvi che non è assolutamente facile trovarsi in situazioni complesse e delicate, dove sai che ogni cosa che dirai o farai potrebbe avere una conseguenza positiva o negativa all’utente, alla famiglia e a te stesso. Le tue parole devono essere sempre misurate ed equilibrate- Le tue azioni buone e corrette sono fonti d’ispirazione per loro.
Spesso nascano dei rapporti di attaccamento da parte dei genitori verso l’operatore, questo comporta malessere e conflitti ad ambedue le parti.
Ci sono vari tipi di assistenza domiciliare: ADH (che può essere intervento socioassistenziale, intervento socioassistenziale complesso o intervento educativo), Assistenza Domiciliare Minori ed Assistenza agli Anziani (i custodi sociali) ecc. Seguo i ragazzi affetti da tetraparesi spastica e autistici.
L’assistente domiciliare occupa un ruolo fondamentale nelle famiglie e nella società. È colui/colei che ha un ruolo di mediatore tra le famiglie, le cooperative e gli assistenti sociali. Una delle qualità di un operatore/operatrice è saper ascoltare e cogliere il grido di aiuto dell’utente in situazioni di forte stress e dolore. Aiutarli a gestire le proprie emozioni negative (rabbia, stress, tristezza, depressione ecc.) e fare uscire fuori le loro emozioni positive.
In questi giorni di lockdown non è stato assolutamente facile per i miei utenti e per le loro famiglie, anche per noi assistenti domiciliari. Momenti duri, momenti di incertezze e momenti di tristezza. Sensazioni di vuoto, di perdita e di malinconia.
I miei utenti sono molto sensibili e pieni di risorse. Hanno un linguaggio ricco di immaginazione, di creatività e di dolcezza. Sono dei viaggiatori nella fantasia e nel tempo. Amano scherzare moltissimo. Amano stare in compagnia e non gradiscono un cambiamento repentino, può provocarli ansia e dispiacere. Ogni giorno per me è una benedizione averli nella mia vita, ogni giorno mi insegnano a vivere e a sorridere nonostante le mille difficoltà che si presentano.
A volte basta alzare lo sguardo per vedere oltre l’orizzonte! Vi lascio con alcune frasi dei miei utenti, un menu di un ristorante immaginario (Ristorante “Stelle”) e un dialogo con uno di loro:

Dialogo con un mio utente:
Sandra: “Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?”
C.: “I miei sogni nel cassetto sono: viaggiare con i miei amici e il Genoa campione d’Italia”.
Sandra: “Cosa ti piacerebbe fare con me?”
C.: “Giocare e scherzare; imparare ad aprirmi di più perché sembra che sono chiuso, le cose che ho in testa non vengono fuori; veder di più la televisione; andare in discoteca e girare”.
Sandra: “Cosa significa il tempo per te?”
C.: “Il pomeriggio il tempo non passa, invece al mattino sì. Quando sono a casa bisognerebbe che ci fosse un film per passare del tempo. Cambi canale, schiacci, giri ma non trovo mai niente di interessante… prima o poi la televisione si rompe, quindi bisognerebbe trovare un film giusto”.
Sandra: “Pensi mai al futuro?”
C.: “Che mi vada sempre tutto a meraviglia”.
Insegnate i vostri figli ad amare e a rispettare i più “deboli”!
Sandra Andrade
Rispondo a “Nessuno viene mai a trovarmi”.
Tutti gli esseri umani sono soli.
Comunicano verbalmente, ma sono soli nell’anima.
Ma basta mettersi in ascolto, e subito una voce verrà a consolarci.
Quella voce indica la via.
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Eh lo so, purtroppo i miei ragazzi non lo capiscono. Soprattutto questa ragazza vive con i suoi genitori già un po’ anziani e non frequenta nessun centro diurno. Quindi si sente sola, vorrebbe avere gente intorno. Questi ragazzi amano la compagnia❤️
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